70 ANNI DI STORIA DEI LUCANI IN BAHIA
Nel decennio successivo alla Unità d’Italia dal sud della nostra nazione partirono in tanti verso l’Europa e verso il Sud America. Dal sud della Basilicata “gli uomini di casa” lasciarono il proprio paese e la propria famiglia per dirigersi inizialmente verso la Spagna ed il Portogallo: erano gli artigiani del rame e dell’argento di Rivello e di Trecchina. Fra questi anche alcuni trecchinesi che, giunti a Lisbona, non proprio entusiasti di quanto veniva loro offerto, in termini di tipologia di lavoro e di guadagni, preferirono imbarcarsi su una delle tanti navi che da Lisbona raggiungevano le coste Brasiliane. Il Portogallo e il Brasile erano legati da storie colonialistiche ed erano frequenti i collegamenti navali fra i due Paesi. I Trecchinesi Giovanni Rotondano nel 1866, Giuseppe Rotondano nel 1868, e Giuseppe Niella nel 1869 e Francesco D’Andrea, conosciuto come “O Brasileiro” nel 1880. Giuseppe Rotondano e Giuseppe Niella, giunti in Salvador, nello stato di Bahia, ebbero modo di conoscere l’ambiente, studiare la lingua e, con il sostegno dei connazionali giunti in precedenza, decisero di spostarsi all’interno dello stato per intraprendere il commercio ambulante di pentole, piatti e stoviglie, l’uno, mentre l’altro trattava statuette e oggetti sacri. Giunsero in una zona con terreni molto fertili, sulle rive del Rio das Contas, un incrocio di mulattiere. Andarono avanti, con la loro attività commerciale, per qualche tempo ma si accorsero che c’era la possibilità di guadagnare di più se si fossero organizzati meglio per proporre le loro mercanzie. Avevano bisogno di qualcuno che poteva dar loro una mano anche nella contabilità e per tenere contatti con i loro fornitori. Scrissero al parroco di Trecchina, don Biagio Schettini, chiedendogli di far partire dal piccolo paese lucano una persona capace di tenere la contabilità e che sapesse scrivere bene. Don Biagio, il parroco, fece partire immediatamente per il Brasile Carmine Marotta, appena quattordicenne (era il 1885 ed era nato il primo settembre del 1871).

Carmine, a Trecchina, dopo i tre anni di scuola elementare, grazie a suo padre Francesco, ebbe la possibilità di studiare molto per altri anni proprio con il parroco che gli faceva da professore, tanto che, nella lettera che portava con se per presentarsi a Rotondano e Niella in Brasile, c’era scritto, tra le altre cose, “ha studiato anche il latino”, Sarebbe servito a poco in Brasile il latino, ma quella frase stava a significare tanto, in effetti il giovane Carmine era un ragazzo che aveva appreso non solo i rudimenti per affrontare la vita quotidiana, scrivere una lettera e fare qualche calcolo, ma era andato ben oltre, per cui faceva veramente per loro. Con Carmine Marotta arrivò in Brasile anche Angelo Grisi, giovanissimo anche lui. Per Rotondano e Niella cambiarono tante cose, idee nuove e giovani ma fu l’entusiasmo di Carmine Marotta a dare un forte impulso alle attività commerciali dei due Trecchinesi al punto che, nel 1889 divenne loro socio insieme ad Angelo Grisi. Sempre nel 1989 giunse in Jequiè Antonio Lomanto, padre del futuro Governatore dello Stato di Bahia, Antonio Lomanto Junior. Ricevuto da Marotta e Grisi, Lomanto stabilì la sua residenza in Jequiè, sposando, successivamente, Teresa Orrico Rotondano. L’azienda, chiamata inizialmente Casa Grande divenne Casa Confiança, casa della fiducia, perché da quel momento lungo il Rio das Contas, i trecchinesi riuscirono a mettere far sentire la loro presenza.

Gli storici italiani e Brasiliani che hanno studiato il fenomeno del sistema Trecchinese lo hanno definito di primaria importanza per lo sviluppo di quell’area che ebbe una notevole crescita demografica ed economica. A seguito delle lettere inviate da Carmine Marotta, ai compaesani a Trecchina, partirono per il Brasile in molti. Ad ognuno che giungeva in quelle aree del Brasile veniva dato “in prestito, con l’impegno di restituzione con il primo raccolto”, i semi e quant’altro era loro necessario per lavorare la terra e produrre caffé, cacao, tabacco. Al primo raccolto veniva restituita la quantità di semi ricevuta in prestito. In questo modo Casa Confiança aveva sempre la possibilità di “prestare” altri semi a chi l’anno successivo, arrivato da Trecchina, cominciava a coltivare terreni in Brasile. Fu così che attorno a Casa Confianca é cresciuto un sistema di collaborazione, di cooperazione ed alla fine la comunità trecchinese ha raggiunto un notevole sviluppo anche con il successivo arrivo, sul posto, di tanti altri lucani e calabresi dell’area al confine con la Basilicata. Si era creata una stupenda realtà commerciale e di cooperazione fondata sulla fiducia, sulla Cofiança, che Carlos Marotta aveva voluto dare al suo progetto ed alla loro azienda. Dopo qualche anno, per varie vicissitudini di salute Rotondano e Niella rientrarono in Italia mentre Carlos Marotta rimase in Brasile pur alternando la sua permanenza con viaggi in Italia, Lui, come molti altri trecchinesi, non ha portato la moglie in Brasile (pur sposandosi una seconda volta dopo essere rimasto vedovo della prima), ma ha tenuto a Trecchina la famiglia. Solamente i due figli Maschi Francesco prima e Filippo poi, lo raggiunsero in Brasile per lavorare nella sua azienda. Ma torniamo agli studi fatti da Marotta con il Parroco. “conosce anche il latino” significava veramente tanto quella frase. Il sacerdote, che aveva avuto formazione classica, aveva saputo definire con una sola frase ciò che potenzialmente poteva essere Carlos Marotta. La conferma arriva a distanza di anni: quando Carlos, rientra in Italia per l’ultima volta. Una vita trascorsa in Brasile dal 1885 al 1952.

Tornando in Italia porta con se due casse enormi ed una più piccola con dentro un archivio di enorme valenza storica. Durante la sua lunga permanenza in Brasile Carlos ha conservato tutto ciò che era importante per raccontare alle future generazioni la storia di questo nucleo di Trecchinesi che giunti sulle sponde del Rio das Contas crearono economia, lavoro, ricchezza. Un enorme archivio costituito da documenti notarili, documenti e registri contabili aziendali, fotografie, lettere di familiari, di compaesani che gli scrivevano da Trecchina per dare ricevere notizie dei rispettivi familiari, di aziende italiane ed europee con le quali aveva rapporti commerciali per la compravendita di prodotti industriali italiani che per la vendita di prodotti Brasiliani quali caffé, cacao, cotone. Un archivio enorme, circa 6 mila unità. Da 28 anni il nipote di Carlos sta catalogando e studiando tutto il materiale rimanendo in contatto con un altro storico dell’emigrazione, Eduardo Sarno che in Brasile, in Salvador, ha un altro enorme archivio storico della emigrazione italiana in Bahia.

L’archivio Carlos Marotta ha la peculiarità di avere una dettagliata documentazione di circa 70 anni di storia della emigrazione trecchinese in Jequiè ma anche la documentazione storica dei primi decenni di vita di Jequié. Ed in queste casse Carlos Marotta ha lasciato anche un documento che fa da corona a tutto l’archivio sotirico: una relazione che lui scrisse in occasione della visita del suo caro amico Antonio Lomanto Junior, diventato governatore dello stato di Bahia. Nella sua relazione Carlos racconta i primi anni di vita di Jequiè, i primi commerci, gli allevamenti di Bestiame della Fazenda di prorpietà di Casa Confiança, le quantità enormi di caffé e cacao che venivano coltivati dalla comunità italiana e rivenduta in Europa.

E parla della Fazenda Provisao, con la cascata, dove come fattrici, tenevano animali premiati in varie esposizioni, tutti delle migliori razze: dal vitello Indubrasil ai riproduttori Mangalarga e Sublime, dalle pecore Bergamasco e Merino alle galline Leghom. Ma avevano anche la rappresentanza di sette banche nazionali e straniere, e di diverse aziende commerciali. “Ho iniziato a digitalizzare l’archivio di mio nonno Carmine” ci dice Carmine Marotta “per mettere a disposizione di storici e studiosi il materiale che in molti hanno definito di primaria importanza” e continua “Ci vorrà tanto tempo. Il Materiale appena disponibile verrà caricato sul sito www.casaonfianca.org, un portale che verrà “risistemato”. Era stato creato in occasione dell’uscita del libro Casa Confiança, libro che contiene il racconto di mio nonno con la storia dei primi venti anni di Jequie e dei trecchinesi in Jequiè” .

L’archivio della quella fantastica storia dei “trecchinesi pionieri in Brasile” rimarrà quindi nel sito che porta il nome dell’azienda attorno alla quale è cresciuta la comunità Jequiense che, come in molti dicono, è l’archivio di una comunità di emigranti che a voce alta ha potuto dire “Io ce l’ho fatta” e questo benessere sicuramente lo si deve molto all’intuito di una ragazzino trecchinese, che aveva studiato dal parroco “anche il latino”. Creare una cooperativa che aveva come contratto una stretta di mano, dove tutti si rispettavano fra loro e tutti lavoravano per un unico interesse. E poi, sempre grazie a quel “sa anche il latino” dobbiamo dire grazie a Carlos Marotta per aver saputo lasciare un archivio alle generazioni future per far conoscere quella storia che mai nessuno ha saputo o potuto scrivere. E chi ci ha provato non sempre ha raccontato quei fatti e quelle verità che sono conservate nell’archivio Carlos Marotta, scrigno della storia della emigrazione lucana in Brasile.
di Martina Marotta
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